Le
infermiere avevano un atteggiamento a metà tra il fastidio e il divertito,
ridevano senza voltarsi per non guardare direttamente il pisello del loro aguzzino
ma incuriosite dallo spettacolo tendevano a lanciare occhiatine nascoste e
fugaci.
Il
medico senza ritegno proseguiva a strofinare il proprio augello come se fosse
stato un premio per tutte loro, come se fosse stato un piccolo gesto di
attenzione anche per quelle ragazze che desideravano la sua considerazione
nella speranza di diventare la prossima amante.
_Un
cane in calore, hai presente? Un cane in calore! Non guardare, non guardare che
altrimenti viene qua!
Lucia
abbassò la testa cercando di restare indifferente ma temendo di ricevere quelle
attenzioni disgustose iniziò a cantilenare nella mente un mantra improvvisato:
non mi vede, non mi sente, non mi vede, non mi sente. Da quel momento la
presenza di quell’uomo l’avrebbe condizionata, libero di molestare chiunque
prima o poi sarebbe potuto arrivare anche a lei, solo l’idea la fece agitare,
iniziarono a tremarle le mani e inavvertitamente fece cadere una pinza a terra,
il rumore catturò l’attenzione dei presenti e Lucia si chinò a raccoglierlo
paonazza in volto.
Il
dott. Conti che non aspettava altro che un piccolo appiglio per umiliare la
ragazza in pubblico, intervenne:
_Non
siamo capaci nemmeno di tenere in mano un ferro? Sei nuova o stupida? Lo sai
che quella pinza è ricoperta di sangue? Ti hanno insegnato a scuola che il
sangue è veicolo di contagio di malattie infettive? Chi ha fatto la formazione
a questa incapace?
Bruna
alzò gli occhi al cielo mentre Lucia iniziò a cercare di trattenere una risata
isterica.
_Ti
faccio forse ridere?
_No!
Mpfh!
_E
allora perché ridi?
La
ragazza rimase immobile di fronte al medico cercando di tamponare la bocca che
voleva esplodere in una fragorosa risata.
Conti,
irato, si allontanò spingendo un carrello pieno di attrezzi contro il muro.
_Ma
cosa ti prende? Cretina!
_Ha
ha ha ha ha! Scusa ma non ce la facevo! Mi stava riprendendo mentre riponeva
nell’astuccio il suo……arnese!! Ha ha ha ha ha ha ha! Non ce la facevo! Ma dai!!
Come si fa?
_Sei
una stupida! Quello è un medico! Cosa credi! Non ti farà più mettere piede in
una sala operatoria!
Lucia
smise subito di ridere, conscia della leggerezza con la quale aveva gestito la
situazione iniziò ad essere pervasa da un’angoscia profonda. “Non mettere più piede in una sala operatoria?”
_Perchè
dici così? Lo ha già fatto in passato?
_Stupida!
Ora sa pure che sono stata io a formarti!
Bruna
restò in silenzio per il resto del turno mentre Lucia cercava di non farsi
distrarre dalla forza delle sue emozioni che in realtà la dilaniavano.
A
fine turno Lucia, stremata dalle forti emozioni, si recò nel cucinino delle
infermiere, si avvicinò stravolta e le colleghe non poterono fare a meno di
notare il cencio pallido che entrava nella stanza
_Lucia!
Tutto bene?
In
silenzio alzò lo sguardo e annuì con gli occhi sgranati
_Ha
ha ha ha ha! Vedo che oggi hai incontrato la vera faccia del dott. Conti!
* * *
_No,
no, no, aspetta un secondo, hem, aspetti… lei mi sta dicendo che questo
chirurgo, estraeva i gioielli di famiglia in sala operatoria?
_Non
i gioielli, IL PISELLO!
_Si
ho capito! Quello! Non volevo essere scurrile di fronte ad una signora della
sua età ma vedo che lei mi supera!
_Si,
comunque, si, quell’uomo si credeva onnipotente, nessuno osava ribellarsi e lui
continuava a mietere successi professionali riscuotendo anche l’attenzione di
tutte le infermiere che si concedevano nella speranza di essere l’ultima della
serie quella che se lo sarebbe accaparrato, senza considerare che il
dottorino…. era già sposato!
_Bell’elemento!
E quindi cosa centra lei in tutta questa storia?
_Se
la smetti di interrompere…
* * *
Una
volta tornata a casa Lucia non riuscì a dormire, tormentata dall’idea che la
sua carriera poteva essere compromessa da un erotomane con manie di grandezza.
Come poteva risolvere la questione? Vista la coalizione omertosa che regnava
tra le infermiere se si fosse ribellata sarebbe stata da sola contro un medico
affermato, sarebbe passata dalla parte del torto mentre se fosse rimasta in
silenzio prima o poi il battesimo del pene sarebbe arrivata anche a lei!
Poteva
farsi sfuggire di mano un bisturi durante un’operazione, ma per farlo affondare
completamente dentro allo stomaco del chirurgo avrebbe dovuto inventarsi una
scusa molto convincente.
Poteva
offrirgli un caffé corretto al sonnifero! Oppure somministrargli una dose
eccessiva di viagra e fare in modo che gli venisse un infarto proprio davanti
ai suoi occhi! Sarebbe stato anche credibile! “Medico erotomane esagera con il
viagra! Le colleghe ammettono che non possedeva freni inibitori”. Una strana
luce iniziò a brillare negli occhi di Lucia, poteva essere affascinante, poteva
essere giovane, poteva essere un salvatore ma se si fosse intromesso tra lei e
il suo destino, lo avrebbe estirpato, come si fa con la gramigna!
_Ciao
Bruna
La
collega si voltò guardandola seriamente, senza cambiare mai espressione.
_Dici
che posso entrare in sala operatoria oggi?
_Sono
stata richiamata dal responsabile di reparto.
Lucia
divenne pallida in viso
_Cosa…
cosa ti ha detto?
_Mi
ha ripresa perché ti ho fatto entrare in sala operatoria quando un medico
chirurgo, uno dei migliori di tutto l’istituto, ha denunciato la tua inadeguata
presenza.
Lucia
rimase immobile nascondendo l’ira che le stava esplodendo in corpo.
_Quindi
adesso che si fa?
_Ho
garantito per te, ho detto che eri molto emozionata e che durante la formazione
saresti stata da parte intervenendo solo su mia richiesta. Non so perché ma ho
messo la mia faccia per parare il tuo culo secco, vedi di non fare kazzate o ti
strappo di dosso la pelle con l’aiuto di un bisturi! E non scherzo!
_Grazie!
Grazie! Allora adesso posso andare a prepararmi?
_Ti
prepari, entri e resti seduta, per oggi non tocchi nulla. Hai capito?
_Capito.
Lucia
corse a prepararsi per entrare in sala, l’angoscia di poter essere tolta dal
ruolo si fondeva con l’odio per il dottore.
Al
lavello di sterilizzazione Lucia si strofinò il sapone con foga sulle braccia e
sulle mani cercando di contenere la rabbia che provava. Bruna pur essendo molto
risentita aveva garantito per lei, forse non era poi così cattiva o forse aveva
apprezzato il disappunto di Lucia per lo spettacolo che le toccava vedere tutti
i santi giorni e a cui nessuna si era mai contrariata.
_Eccomi
quiiiii!
Ci avrei scommesso,
non poteva che essere lui il primo chirurgo della giornata!
Lucia
non si scompose e velocemente cercò di prendere posto vicino a Bruna.
Durante
l’operazione il medico continuò a fissare insistentemente la ragazza che riuscì
a reggere lo sguardo sostenuta dalla forza dell’odio che provava, inizialmente
si sentì agitata per il comportamento inusuale che divenne insofferente quando
le occhiate divennero insistenti.
Nella
sua mene Lucia pensava che avrebbe voluto alzarsi, andargli vicino e urlargli nelle
orecchie con tutta la forza che possedeva in corpo, fino a farsi scoppiare i
polmoni.
Invece
restò immobile per tutto il tempo.
Terminata
l’operazione Bruna si attivò per svolgere il suo lavoro indicando con lo
sguardo a Lucia di restare seduta, la ragazza restò immobile inerme e arrabbiata
mentre il medico parlottava giocosamente con due infermiere dall’altro lato
della stanza. Lucia mantenne la posizione fino a quando il dottore uscì dalla sala abbracciandole.
Dopo
essersi premurata che Conti si fosse realmente allontanato Bruna fece un cenno
a Lucia che scattò in piedi.
_Prendi
queste
_Perchè
bisbigli?
_Non
si sa mai, stai zitta, non dire una parola, potrebbe tornare.
I
modi cauti e la paura della collega fecero agitare Lucia, si sentiva come un
coniglio davanti alla gabbia aperta di un leone che dorme.
Nel
silenzio tombale della sala chirurgica un boato di risate fece sobbalzare la
ragazza che si trovò a dover scansare la corsa di due colleghe che fuggivano
divertite, Lucia si voltò e vide il medico che correva con il proprio membro in
mano. Spaventata e impietrita non sapeva cosa fosse peggio, se essere fuori
posto oppure a portata di mano!
Cercò
di ripararsi dalla baraonda ma Conti continuava a voler raggiungere le
infermiere che dopo tre giri di corsa in torno al tavolo operatorio presero per
le braccia Lucia utilizzandola come scudo umano esponendola ad un gioco a cui
non voleva partecipare!
_No,
no ti prego! Quel coso no!
Il
medico che si divertiva troppo non venne frenato dalla nuova comparsa e
noncurante di Lucia si appoggiò completamente alla ragazza che di istinto si
voltò, prese una pinza backhaus tra le mani e chiuse i due uncini pinzando a
pieno la salsiccia!
Un
urlo disumano lacerò il silenzio dell’ospedale, il sangue del medico si mescolò
con quello che ristagnava sulla pinza e i suoi movimenti convulsi impedirono
alle infermiere di avvicinarsi e liberarlo da quella tortura! Lucia si voltò
verso Bruna che teneva la mano davanti il volto per nascondere una risata a
metà tra il divertito e lo spaventato, gruppi di infermiere accorsero attirate
dalle urla e tutte restarono agghiacciate di fronte a quello spettacolo!
* * *
Sara
inspirò l’ultimo tiro di sigaretta, trattenne il fumo con cupidigia e poi con
il gesto abile di chi è abituato a farlo, lanciò il mozzicone lontano da sé. I
bouquet che teneva in mano le era costato caro, ma mai quanto l’idea di aver
messo a repentaglio la vita di una persona, ora Sara camminava con maggiore
severità che le conferiva un atteggiamento più adulto. Non era abituata ad un
abbigliamento formale ma lo aveva ritenuto il più idoneo per donare un’immagine
di affidabilità di fronte ai giudici.
I
tacchi delle scarpe schioccavano sul pavimento di linoleum mentre il suo
profumo dolce e fruttato inondava le camerate allertando la corsia del suo
arrivo.
Sara
si fermò di fronte alla stanza n° 32, fece un respiro profondo cercando di
trattenere lo sconforto, si diede due pizzicotti in viso ed entrò:
_Saraaaaaaaaaaaa!!!
Finalmente! Come stai?
Kassia
scese dal letto della vicina con la quale stava terminando una partita a pocker
_Stiamo
giocando a soldi, ma non lo dici a nessuno vero? Abbracciami!
Sara
rimase sconvolta, si aspettava di trovare la collega moribonda, accasciata sul
letto con il respiratore attaccato e invece stava abbracciando una ragazzina
saltellante con in dosso una camicia da notte dai risvolti in pelo rosa!
_Kassia!
Ma come stai?
_Benissimo!
Oltretutto questo scherzo è riconosciuto infortunio sul lavoro! Che culo!
_Che
culo! Ci stavi per lasciare le penne!
_Si
ma ce le ha lasciate la vecchia pazza! Ha ha ha!
_Ma
come fai a ridere? Non ti sei spaventata?
_Sono
viva! E non fare la solita Italiana che si lamenta per tutto! Siediti! Mi hai
portato qualcosa da bere? Qua dentro non ti portano alcolici!
_Ti
offro tutto quello che vuoi ma quando esci da qui!
_Ha
ha ha! L’ultima volta mi sono tracannata il Thè al tavor della vecchia!
_Ma
tu che scema non sei! Mi avevi vista che lo correggevo!
_Ha
ha ha! Sai che a me piace scroccare! Anche se il colpo finale me lo hanno dato
i confetti che ci dava la sciura! Ricoperti di Lexotan! Quella ci voleva morte
tutte e due!
_O
voleva sedarci per fare in modo che la ascoltassimo!
_Già!
Ma dai racconta! Qui girano voci che quando ci hanno trovate era skiattata metà
casa di riposo! Ma chi era? L’angelo della morte?
_Ma
che ne so! Però sai la storia che ci raccontava?
_No!
Sono collassata prima che si arrivasse alla fine!
_Mi
sa comunque che era vera.
_Perchè
?
_Perchè
aveva insistito molto per regalarmi il contenuto della sua valigia così mi sono
incuriosita e mentre aspettavano di essere ritirate da qualcuno, ho frugato tra
le sue cose.
_Che
abile! Sei anche una trafugatrice di tombe?
_Scema!
_E
allora cos’hai trovato?
_Abiti,
libri e … una pinza Bachaus!